Recensione “Ruminare la Scrittura” – Luglio 2024 – di Allaman Allamani
Recensione di Allaman Allamani
Franco Mosconi Ruminare la Scrittura. Bologna, Edizioni Dehoniane, 2022. pp 75, € 8,00
Questo prezioso volumetto, dopo la sua prima uscita nel 2010, è stato ripubblicato da una nuova casa editrice, ed è corredato da un’introduzione di Piergiorgio Cattani. Quest’ultimo osserva che, di fronte alla diffusa ignoranza, o approssimativa conoscenza, tra i cristiani dei testi della Bibbia, Mosconi ci stimola invece ad avvicinarvici secondo i modi della lectio divina, un’ermeneutica della Parola tipica della tradizione cristiana, descritta fin dal dodicesimo secolo dal priore Guigo II della Grande Certosa. E lo fa impartendo lezioni di sapienza che in poche righe centrano il bersaglio.
Come ancora Cattani scrive, citando Paolo De Benedetti, accostandoci alle Scritture bisogna udire in quella lingua di uomini la voce di Dio, la quale non è mediata da un’autorità centrale, ma “da maestri che discutono”.
Uno di questi maestri è dom Franco Mosconi, che ci ricorda che la Parola, che troviamo nel cammino che porta alle Scritture, è sempre proporzionata alle nostre capacità, dove il nascosto è più grande del visibile; sicché la ricerca dell’inesplorato, il Deus Absconditus, finisce con “occupare una vita intera”. Bisogna però, in questo nostro tempo che privilegia l’occhio e l’immagine, dare un primato all’ascolto, ascolto che dovrebbe essere sì interiore, ma anche tradursi in pratica. L’ascolto della lettura sacra, che ci istruisce, si accompagna e si unisce all’orazione, che ci purifica, Nella lettura meditata, o lectio, si trovano in effetti quattro momenti: la lectio vera e propria, la meditatio, l’oratio e a contemplatio. Leggere la Scrittura vuol dire anzitutto invocare lo Spirito per ascoltarla, in una lettura regolare e quotidiana. La meditazione su quanto letto implica che la Parola vada poi interiorizzata, fatta propria, meditata frequentemente. Qui nasce la preghiera, cioè l’oratio: la Parola, entrata dentro di noi, ritorna fuori come parola nostra, e da un momento di disperazione ritorna a Dio come richiesta di intercessione, o emerge come sua lode. Ed è infine nella contemplazione, che la Parola, come dice d. Franco, “deve diventare la nostra vita”.