Recensione di Michela Marinello, Giovanni M. Vannucci, OSM, Pellegrino dell’Assoluto e precursore del dialogo
Qualcuno ricorda ancora «il silenzio “incantato” che riusciva a creare nell’aula […] un silenzio di attenzione, perché mai nessuno, prima di lui, aveva parlato così. Le sue parole non erano ritualistiche e meccaniche, ma apparivano nuove e profetiche, cioè anticipavano il futuro».
Il maestro di cui si parla è padre Giovanni Vannucci (1916-1984), ancora seguito e amato da don Luigi Verdi e dalla fraternità toscana di Romena, da padre Guidalberto Bormolini e dai Ricostruttori della preghiera, da padre Alberto Maggi, che ha intitolato a lui il suo Centro Studi, ma di cui si rischia di perdere velocemente la memoria nel nostro tempo troppo affollato di presente.
Grande sapienza e grande amore delle sapienze occidentali e orientali, nelle pagine di padre Giovanni si riconoscono le voci di tanti spiriti del passato e del presente, da Meister Eckart a Angelo Silesio, da Teilhard de Chardin a Raimon Panikkar, da Ernesto Buonaiuti ad Albert Schweitzer. E la sua vita ci ricorda tanto generoso Novecento: dall’avventurosa vicenda di Nomadelfia, la città della fraternità di don Zeno Saltini; alla vitalissima Firenze di Giorgio La Pira, condivisa con l’impetuoso confratello e amico David Maria Turoldo; alla realizzazione del suo sogno eremitico e monastico, a San Pietro alle Stinche (Panzano in Chianti, Firenze).
«Cristo non è chiuso in nessun tempio e non è commensurabile con nessuna chiesa. Le varie chiese insieme nella comunione d’amore costituiscono la realtà della chiesa universale, della chiesa cattolica, non intesa in senso settario, ma nel senso etimologico di chiesa universale, chiesa che abbraccia tutti, chiesa che è attenta a tutte le manifestazioni di Dio […]».
Per chi ha voglia di rileggerne vicende e messaggio c’è oggi un corposo studio, frutto di tanto amore e di una ricerca ultradecennale, di Michela Marinello, Serva di Maria come padre Giovanni.
Per chi ha tempo e pazienza (615 pagine!), e per gli studiosi di oggi e di domani, che vi troveranno un patrimonio immenso di materiali, testimonianze, archivi, studi… da cui magari partire per nuovi scavi e percorsi.