RABARBARO – Doğan Akçali (poeta curdo esiliato in Italia)
RABARBARO – Doğan Akçali (poeta curdo esiliato in Italia)
Al sorgere del sole iniziava la gioia sui nostri visi
Un sacco nelle mani, la prima colazione e un paio di cose
Metà di marzo o inizio d’aprile
Cresceva e si univa la felicità infantile nei nostri occhi
Quasi come una gara tra di noi
Il terreno era bagnato e franava sotto i piedi
Le pietre rotolavano tra i nostri piedi
Nonostante tutto raccoglievamo i rabarbari
Ci incontravamo all’ombra dei platani, vicino alla fontana
Bevevamo la sua acqua ghiacciata
Eppure sapevo che il rabarbaro apparteneva ai curdi
Perché cresce in luoghi difficili, montuosi, rocciosi, come i curdi
Cresce come pelle esposta al sole
Non vive negli orti, nei giardini
È una pianta che ama vivere nelle difficoltà
Non si fa cibo col rabarbaro da noi.
E più tardi ho capito che l’amore è bello quando si raccoglie
E più tardi ho sentito dagli europei che il rabarbaro si fa dolce
E più tardi ho saputo che vive come noi curdi, appartiene ai nostri monti
Il rabarbaro è una pianta che appartiene alla geografia curda.
E l’amore ha un sapore acidulo, come il rabarbaro.