Premi Donatello 2024 ai film italiani sui diritti – Luglio 2024 – di Stefano Evangelista

Premi Donatello 2024 ai film italiani sui diritti – Luglio 2024 – di Stefano Evangelista

di Stefano Evangelista

 

Quest’anno il premio Donatello riservato ai film italiani ha premiato pellicole che hanno i diritti come principale argomento. 

L’opera  piu premiata è stata quella di Matteo Garrone, che ha vinto il premio per la regia ed il miglior film con “Io Capitano”. Film sui migranti, anzi il controcampo della storia dei migranti, quello che succede prima dell’arrivo in Italia e che non viene mai mostrato. Per il commento al film vedi una precedente newsletter. ( https://www.fondazionebalducci.com/io-capitano-di-stefano-evangelista/).  Seydou e Moussa sono cugini adolescenti nati e cresciuti a Dakar, ma con una gran voglia di diventare star della musica in Europa. Tutti in Senegal sconsigliano questo loro progetto, in primis la madre di Seydou, ma i due sono determinati, e di nascosto intraprendono la loro grande impresa. Un viaggio che si rivelerà un’odissea attraverso il deserto del Sahara costellato dei cadaveri di quelli che non ce l’hanno fatta, le prigioni libiche e il Mediterraneo interminabile e pericoloso. I furti, le violenze e i soprusi non si conteranno, ma ci saranno anche gesti di umanità e gentilezza in mezzo all’inferno. Soprattutto, Seydou dovrà scoprire che cosa comporta mettersi al timone della propria e altrui vita in circostanze ingestibili.

 

C’è ancora domani” di Paola Cortellesi ha vinto sei David: la miglior attrice non protagonista, il David dello spettatore, quello Giovani, il miglior esordio alla regia, la sceneggiatura originale e anche l’attrice protagonista, che è sempre Paola Cortellesi. Si parla di maschilismo e di violenza domestica ma il finale con le donne che in massa si recano a votare avendo raggiunto questo loro diritto è veramente notevole. La Cortellesi interpreta Delia è “una brava donna di casa” nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però “ha il difetto che risponde”, in un’epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua “mancanza”. La figlia Marcella sta per fidanzarsi con il figlio del proprietario della pasticceria del quartiere, il che le darebbe la possibilità di migliorare il suo status e allontanarsi dalla condizione arretrata in cui vive la sua famiglia, nonché da quella madre sempre in grembiule e sempre soggetta alle angherie del marito. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato: un meccanico che le vuole bene, un’amica spiritosa che la incoraggia, un soldato afroamericano che vorrebbe darle una mano. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa. E una prova di riscatto da schemi familiari obsoleti ma che ancora oggi sono presenti nella nostra società (vedi femminicidi).

 

Per il miglior attore protagonista della 69° edizione dei David di Donatello è stato premiato Michele Riondino che ha diretto e interpretato  il film ” Palazzina Laf “. 

LAF: acronimo di laminatoio a freddo. La LAF era la palazzina dove, negli anni 90, i dirigenti dell’Ilva di Taranto confinarono gli impiegati che si erano opposti alla “novazione” del contratto. 

Brevemente, siamo nel 1997: Caterino è uno dei tanti operai che lavorano nel complesso industriale dell’Ilva di Taranto. Quando i vertici aziendali decidono di utilizzarlo come spia per individuare i lavoratori di cui vogliono liberarsi, Caterino comincia a pedinare i colleghi e a partecipare agli scioperi, alla ricerca di movitazioni per denunciarli. Ben presto, non comprendendone il degrado, chiede di essere collocato anche lui alla Palazzina LAF, dove alcuni dipendenti, per punizione, sono obbligati a restare senza svolgere alcuna mansione. Caterino scoprirà sulla propria pelle che quello che sembra un paradiso in realtà non lo è. Un film di denuncia con al centro il diritto al lavoro. La canzone del pugliese Diodato “La mia terra” presente nella colonna sonora e appositamente creata per Palazzina Laf è stata premiata come la migliore. Ricorda l’inquinamento ambientale di Taranto  a spese di lavoratori e cittadini per un sistema produttivo che non teneva conto  dell’uomo e dell’ambiente.

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