Data:
08 febbraio 2013
Luogo evento:
Ponsacco (Pi)
Sede:
Teatro Odeon
“Dalla Badia la domenica tornavamo ‘cambiati’: arrivavi là con un grumo inesprimibile di angoscia impotente e te ne tornavi a casa con la sensazione che forse qualcosa si poteva fare, che l’eterno conflitto (ad esempio, dell’uomo contro l’uomo) poteva trovare una soluzione. Insomma che l’impossibile era davvero possibile”. Beppe Dati, uno dei migliori e più prolifici autori e parolieri della musica italiana, racconta così le sue domeniche alla Badia Fiesolana dove andava ad ascoltare le omelie di padre Ernesto Balducci. A lui ha dedicato due dei suoi brani (“Le persone inutili” vincitore di Sanremo con Paolo Vallesi nel 1991 e “Dio non c’è” di Marco Masini) e oggi, a venti anni dalla morte di Balducci, gli dedica uno spettacolo inedito di musica e letteratura. Si intitola “Non sono che un uomo”, come si autodefiniva Balducci: sul palco del teatro Odeon di Ponsacco (Pi) sabato 8 febbraio 2013 alle 21 saliranno note, parole, letture, poesie e immagini che raccontano il rapporto di Beppe Dati con Balducci, le domeniche alla Badia Fiesolana e i luoghi di padre Ernesto. L’evento vedrà salire sul palcoscenico anche altri artisti come l’attore Massimo Tarducci, ma anche le voci di Marilena Catapano e Simone Gaggioli, la musica e l’arte di Marco Fontana, Lorenzo Forti, Alessandro Potini, Federico Sagona, Federica Toci. Ingresso con offerta libera che sarà destinata a un’iniziativa umanitaria Chi ancora si professa ateo, o marxista, o laico, e ha bisogno di un cristiano per completare la serie delle rappresentazioni sul proscenio della cultura, non mi cerchi, io…non sono che un uomo. Ernesto Balducci “Non sono che un uomo” Vi sono libri che frugano nelle ferite, che le allargano, come se l’autore volesse svegliare il lettore, volesse fustigarlo, volesse in qualche modo cambiare la sua vita. Penso a Dostoevskij a Cioran. E vi sono libri che curano le ferite: l’autore in questo caso è come desiderasse soprattutto mostrare al suo pubblico una via d’uscita alla disperazione, alla paura, al dolore dell’esistenza, preferisse cioè indicare a chi legge, la luce alla fine del tunnel piuttosto che attardarsi nel buio del cuore umano. Viene spontaneo pensare a Tolstoj a Balducci. Ecco due uomini che hanno avuto l’umiltà di “farsi piccoli” per parlare a tutti gli uomini, soprattutto agli ultimi. Anche dalla Badia la domenica tornavamo “cambiati” arrivavi là con un grumo inesprimibile di angoscia impotente e te ne tornavi a casa con la sensazione che forse qualcosa si poteva fare, che l’eterno conflitto (ad esempio, dell’uomo contro l’uomo) poteva trovare una soluzione, insomma che l’impossibile era davvero possibile! Detto così può sembrare banale ma chi quelle domeniche ha vissuto, sa cosa intendo dire. Del resto basta rileggere quelle omelie per provare ancora oggi un brivido di dolcezza. Così come basta rileggere un romanzo di Tolstoj per sentire subito passarti sul cuore una carezza di speranza. Io lo faccio ogni tanto, non solo per nostalgia. Lo faccio quando, stanco dell’infinito chiacchiericcio che ci circonda, ho bisogno di riscoprire il senso delle parole, delle parole che ci parlano davvero, delle parole che leniscono le ferite. Lo faccio per avere da loro rileggendole, se non la certezza, almeno la serena tranquillità che il mondo purtroppo ancora disumano, possa ritrovare la sua umanità e possa essere cambiato. Beppe Dati Informazioni “Non sono che un uomo” di e con Beppe Dati Venerdì 8 febbraio 2013 ore 21,00 Ingresso con offerta libera che sarà destinata a un’iniziativa umanitaria Con: Marilena Catapano, Marco Fontana, Lorenzo Forti, Simone Gaggioli, Alessandro Potini, Federico Sagona, Federica Toci e con la partecipazione di Massimo Tarducci
Tipologia Evento
Spettacoli e concerti