29 Dicembre 2024, Sacra Famiglia
29 Dicembre 2024, Sacra Famiglia
Prima Lettura Dal primo libro di Samuele 1 Sam1, 20-22. 24-28
Salmo 83
Seconda Lettura Dalla prima lettera di San Giovanni apostolo Gv 3, 1-2. 21-24
Vangelo Dal Vangelo secondo Luca Lc 2, 41-52
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Gesù incarna ed esemplifica L’alternativa dell’amore dentro le
istituzioni. Egli è vissuto nella famiglia, però, nonostante la
presentazione che ce ne ha fatto la pedagogia cristiana tradizionale,
non è vissuto come un figlio obbediente che dà sempre ragione al
padre e alla madre. L’episodio di oggi è un episodio di disobbedienza.
Egli si è sottratto a quella autorità in nome di un’altra autorità, con un
comportamento che secondo il codice vigente nel tempo era
riprovevole. Gesù ha dissolto la sacralità della famiglia in nome della
santità dell’uomo, delle «cose del Padre», cioè dell’amore per tutti gli
uomini. Passando dentro la famiglia Gesù l’ha consacrata e nello
stesso tempo l’ha relativizzata. Ricordate che i suoi paesani, che
volevano che facesse miracoli a Nazareth, quando Egli si è rifiutato
volevano ucciderlo gettandolo da una rupe. Egli ha rotto
l’appartenenza al clan familiare, parentale, alla tribù. Egli va al
Tempio per seguire le cerimonie previste dalla tradizione. Egli non
sovverte le tradizioni però nello stesso tempo le supera e quindi le
condanna al mutamento e alla scomparsa. Quel tempio in cui va, di
seguito, sarà distrutto e non ne rimarrà pietra su pietra. L’amore entra
e distrugge ma non opponendo una violenza alla violenza
istituzionale ma abolendo il consenso succube che fa esistere le
istituzioni ormai disumane. Le istituzioni disumane sopravvivono sul
consenso delle coscienze prigioniere. Se passa uno che con l’amore le
sveglia, le istituzioni possono essere scosse con un moto delle spalle!
Se questa rivoluzione delle coscienze si propaga, noi possiamo, in
modo definitivo, spezzare le catene antiche che ancora ci incatenano.
Non basta, non è sufficiente sovvertire dal punto di vista giuridico il
disordine esistente con un altro ordine giuridico perché in fondo se le
coscienze non sono mutate qualsiasi forma torna ad essere forma di
schiavitù e di oppressione. Il proprio del Vangelo non è di proporre
un ordine giuridico, un ordine sociale ma è di dare una permanente
apertura alle coscienze perché relativizzino ciò che è storico, lo
conservino nella sua funzione, possibile, di amore verso gli altri —
anche le leggi hanno un principio formale che è l’amore per gli altri, è
la solidarietà civica, è la garanzia per il debole, e così via — ma poi
che vada oltre l’orizzonte delle leggi verso una universalità che
generazione dopo generazione acquista corpo, diventa tangibile e
visibile. Ogni giorno noi, se non siamo chiusi dentro i frastornamenti
e la manipolazione delle informazioni, sentiamo che nostra famiglia è
l’umanità, qua e là soffre schiacciata, incatenata, torturata. Le cose del
Padre sono queste. Ovunque un uomo soffre è il Padre che è
sacrilegamente offeso, perché l’immagine di Dio è nel volto
dell’uomo.
Da “Il Vangelo della pace” vol.3 anno C