3 Marzo 2024 3° Domenica di Quaresima
3 Marzo 2024 3° Domenica di Quaresima
Prima Lettura Dal libro dell’ Esodo Es 20, 1-17
Salmo Responsoriale 18
Seconda Lettura Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi 1 Cor 1, 22-25
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 2, 13-25
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L’incontro con Dio non è con l’uomo in una conversazione di salotto,
o in viaggio in treno: l’incontro con Dio è l’incontro con l’uomo che ci
mette in questione, per comprende il quale ci vergogniamo di essere
quelli che siamo. E’ il giudizio di Dio che ci parla attraverso
l’esistenza squallida e insignificante di una creatura. È allora che Dio
ci mette al suo cospetto. Se stiamo a pregare in una chiesa possiamo
anche compiacerci dei buoni sentimenti che evaporano dal nostro
profondo, ma se incontriamo un pezzente e scansiamo questo
incontro perché ci turba allora noi riconosciamo che non siamo
secondo la Croce del Cristo, che abbiamo paura dell’uomo che ci
mette sotto questione.
Questo è, a mio giudizio, il processo sempre da ricominciare, e a cui
ci avvia una visione autentica del Vangelo. Il Vangelo non si
esaurisce mai perché il contenuto del suo messaggio non è sistema di
concetti ma una interpretazione non ideologica, non consumabile,
perenne come l‘ uomo vivo. E siccome noi viviamo in un tempo in
cui le ragioni di paura crescono, allora noi possiamo obbedire a
questa paura secondo l’istinto di conservazione arrangiarci come
possiamo nelle calamità comuni e possiamo vivere in questa -paura
dimenticando noi stessi, aiutando coloro che portano il peso della
nostra iniquità. Le analisi di ordine sociologico ed economico sono
importanti, sono un approccio alla verifica di chi sia l’uomo concreto,
ma non ci dimentichiamo che nessuna analisi, legata com’è a
preliminari conoscitivi, può arrivare a cogliere la carne viva
dell’uomo che ci attende per giudicarci.
Potrei parlare del proletariato, ma c’è qualcosa ancora più in basso.
Potrei parlare del Terzo Mondo ma c’è una condizione umana
ancora più bassa: non remota geograficamente e che ci ritorna
addosso continuamente. Sono i giovani tentati di suicidio, sono i
disoccupati tentati dalla violenza, sono gli sfrattati, i senza casa,
tutti coloro che sono la suppurazione di un sistema di cui noi
godiamo per lo più l’aspetto privilegiato.
Ci è facile allora capire che solo la misericordia di Dio ci salverà.
Dalla riflessione senza infingimenti, senza barriere concettuali,
scaturisce finalmente un’invocazione piena di umiltà perché la
misericordia di Dio copra i nostri peccati e ci liberi tutti dalla
perdizione.
Da “Il mandorlo e il fuoco” vol.2 anno B