26 Novembre 2023 Cristo Re
26 Novembre 2023 Cristo Re
Prima Lettura Ez 34, 11-12, 15-17
Salmo Responsoriale (Sal. 22)
Seconda Lettura 1 Cor 15, 20-26, 28
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 25, 31-46
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Nel discorso evangelico sulla fine dei tempi la stessa cognizione di
Dio è ricondotta dentro lo spazio concretissimo, vorrei dire
«materialistico», che sta fra l’affamato che ha fame e me che posso
aiutarlo. In questo rapporto non c’è soltanto la possibilità di una
azione moralmente degna, c’è la possibilità di conoscere Dio. L’altra
conoscenza di Dio è insignificante per il Vangelo. La fede nel Dio dei
ricchi non serve a nulla se essi non sono presi dal tormento della loro
situazione di privilegio. Anzi la fede può diventare una forma astuta
di copertura del privilegio e di marginazione di coloro che con la loro
miseria portano il peso del privilegio. Il Vangelo non ci permette
queste scappatoie. Francesco d’Assisi, contro i teologi del tempo,
voleva leggere il Vangelo sine glossa, senza note perché le note — i
«commenti accanto» — servono a togliere alla parola evangelica il
suo peso, la sua punta affilata e ne fanno soltanto una bevanda
esilarante o tranquillante, secondo i casi. La Parola di Dio è come una
spada a doppio taglio. Noi oggi abbiamo bisogno di rimetterci in
confronto con la Parola di Dio liberandola dall’involucro ideologico
in cui era stata sistemata, senza dubbio a vantaggio di coloro che nel
mondo sono i «beati possidenti», e librarla sul corso della storia. E
quello che sta avvenendo. Non senza tribolazioni, certo, non senza
rischi, ma il rischio, è congenito al corso della parola di Dio. Chi non
vuol correre rischi non può impegnarsi a vivere il Vangelo della
fraternità e della pace fino in fondo.
Da “Il Vangelo della pace” vol.1 anno A