23 Gennaio 2022 – III DOMENICA TEMPO ORDINARIO –Anno C
23 Gennaio 2022 – 3° DOMENICA TEMPO ORDINARIO –Anno C
PRIMA LETTURA : Ne 8,2-4.5-6.8-10 SALMO: 18 SECONDA LETTURA : 1Cor 12,12-30
VANGELO Lc 1,1-4; 4,14-21
…Dobbiamo recuperare la forza liberante della profezia evangelica. Intanto, per quanto ci riguarda, lasciando da parte le facili obiezioni dei tutori dell’autorità centripeta che dicono di non far politica, di non entrare in politica, perché la liberazione dell’uomo abbraccia tutto il perimetro delle attese umane e in questo perimetro c’è anche il lato politico. Ce ne sono tanti altri. Non dobbiamo aver riguardo di fronte a nessuna riserva perché esse sono la specialità dei commentatori del libro che hanno un ruolo particolare nella piazza in cui Esdra legge e proclama la legge. Dobbiamo domandarci come facciamo a realizzare l’oggi di Dio. Questa è la domanda del cristiano. Lo realizziamo secondo la regola e l’esempio di Gesù che trova il suo culmine, in cui tutto si spiega e prende senso, nella morte e resurrezione. Questo è l’epicentro di ogni discorso cristiano. Noi siamo nella generazione che ha avuto la ventura di comprendere meglio queste cose e comprendere meglio vuol dire entrare in grande tribolazione interiore perché le due unità ci attraversano, non sono dati oggettivi di fronte a cui compiere in maniera indifferente la nostra scelta: ne siamo coinvolti. I nostri istinti, i nostri appetiti, anche i più alti e i più elevati, ci portano a privilegiare l’unità di coesione e quindi a dimenticarci di tutti gli esclusi la cui presenza ci inquieterebbe, ci toglierebbe l’appetito, ci toglierebbe le sicurezze di cui viviamo. L’altra unità è quella che ci affascina perché, ne sono sicuro, non si può che vibrare di consenso dinanzi ad una unità del genere umano in cui finalmente i poveri hanno avuto la bella notizia. La buona notizia di un povero non può essere solo quella: ‘quando morirai andrai in paradiso’, ma è anche quella cha le sue attenzioni sempre frustrate, che non sono materiali, saranno soddisfatte. Nel povero, la distinzione fra spirituale e materiale non c’è, è una distinzione propria degli esperti dei libri in quanto un povero che ha i figli che muoiono di fame non distingue il bisogno spirituale e quello materiale ma finalmente e drammaticamente l’unità dell’essere umano gli piomba addosso. Noi distinguiamo perché abbiamo le condizioni esistenziali per farlo ma di questo, uomini del libro e per questo dannati ci verrà reso conto. Dobbiamo riprendere in mano la fecondità straordinaria e inesauribile di questo semplice annuncio di Gesù che comporta la revisione di molte categorie interpretative. Mentre il Presidente degli Stati Uniti giurava sulla Bibbia, quella stessa Bibbia veniva sicuramente letta da qualche povera comunità nelle campagne brasiliane, che trovava in quelle parole la forza di sperare. Il destino di. quel libro, se un destino di salvezza ha, è di essere la fiaccola in mano ai poveri, di dare speranza a chi non l’ha, di far vedere i ciechi, di far ascoltare i sordi, di spezzare le catene dei carcerati.
Ernesto Balducci – da: Omelie sparse – 1989