Un Centro di Accoglienza nell’Istituto Universitario Europeo.
Un Centro di Accoglienza nell’Istituto Universitario Europeo.
Nello splendido giardino della villa Schifanoia, sede dell’Istituto Universitario Europeo (IUE) sulle colline fiesolane poco discosto dalla Badia Fiesolana, ho incontrato Caterina Francesca Guidi, ricercatrice presso il centro di studi Robert Schuman ed esperta dell’effetto delle migrazioni sui sistemi sociali. E’ anche parte attiva del progetto di accoglienza per richiedenti asilo avviato presso l’IUE e su questo tema ha risposto alle domande che seguono.
- Come è nato il progetto di accoglienza presso l’IUE?
Come è ovvio per un centro di studi internazionale, venivano tenuti corsi di lingue per personale e studenti; i docenti si chiesero cosa potessero fare per aiutare i migranti e decisero di organizzare corsi di italiano per loro. Nell’ottobre del 2015, cominciarono dei corsi per 22 richiedenti asilo in collaborazione con la Caritas Diocesana di Firenze. Dato l’esperienza di Caritas nella gestione dei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), la collaborazione ha portato, in accordo con la Diocesi di Fiesole, ad accogliere 6 migranti in due appartamenti presso la Badia Fiesolana per una durata di 1 anno, prolungabile fino all’eventuale ottenimento dello status giuridico da parte dei beneficiari nel rispetto delle condizioni d’accoglienza pattuite.
- Quante persone avete accolto e che attività svolgete con loro?
Ad oggi ci sono stati 13 ospiti: 5 attuali e 8 in passato. Alcuni continuano a frequentare la comunità dell’IUE e 3 vivono in piena autonomia nella provincia fiorentina.Le attività svolte cercano di creare rapporti sociali tra la comunità dell’IUE e i beneficiari attraverso lo sport, i pasti alla mensa e le ripetizioni; l’orto comune si è particolarmente avvantaggiato della loro presenza. La comunità tutta ne risulta arricchita. Purtroppo la continuità territoriale non è garantita nel passaggio tra il CAS e il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR); una volta ottenuta una qualche forma giuridica di protezione solo 5 ex ospiti IUE sono stati assegnati a strutture SPRAR del territorio fiorentino. Un problema, comune anche agli italiani, è trovare un alloggio indipendente, fuori dai sistemi d’accoglienza.
- Da quali paesi provengono?
Da diversi paesi dell’Africa Subsahariana, attualmente Costa d’Avorio, Ghana, Guinea, Mali e Nigeria con età compresa tra i 19 e i 27 anni e livello di scolarizzazione molto diversa. Le terribili esperienze fatte nel lungo viaggi fino all’Italia li porta a stemperare e superare le differenze culturali.
- Che prospettive di integrazione proponete loro?
Si cerca di assicurare la loro indipendenza materiale rinforzando la loro fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Tuttavia è responsabilità degli stessi beneficiari assicurarsi di riuscire a sfruttare a pieno le occasioni offerte. È loro dovere, infatti, occuparsi della pulizia degli appartamenti, acquistare alimenti e cucinare la sera. Oltre alle lezioni di lingua italiana vengono svolti corsi che assicurino competenze tecniche e informatiche ai beneficiari. Tutti hanno ottenuto la certificazione di lingua CELI (livello A2) rilasciata dall’Università per Stranieri di Perugia ed alcuni hanno passato l’esame della terza media presso l’Istituto Comprensivo “Giuseppe Verdi” (Firenze). Altri frequentano il monoennio del corso serale dell’Istituto di Istruzione Superiore (ISS) “Benvenuto Cellini” di Firenze. La collaborazione con l’Ufficio Lavoro e Formazione Caritas, e con noi volontari, permette di individuare offerte formative e di lavoro in base agli interessi e alle competenze già acquisite all’estero e in Italia dai beneficiari. La certificazione che rilasciamo sulle attività svolte facilita la ricerca.
- Quali sono i rapporti con l’IUE e con le realtà locali?
Come detto, l’esperienza ha coinvolto pienamente l’IUE dai vertici fino agli studenti, con la formazione di alcuni gruppi di aiuto alla formazione ed all’inserimento dei beneficiari in un’ottica di piena emancipazione, evitando forme di assistenzialismo incondizionato. Oltre ai citati partecipanti al progetto, ci sono continui contatti con il Comune di Fiesole, l’ANCI e la Regione Toscana. L’esperienza è stata presentata in varie e iniziative, durante la Conferenza State of the Union (Fiesole), con gli studenti del Liceo Linguistico Statale “Giovanni Pascoli” (Firenze), presso il Divina Pastora Festival di Tolentino (Macerata) ed agli eventi di Novo Modo (Firenze), Mediterraneo Downtown (Prato), Accoglienza Toscana (Regione Toscana, Firenze) e inHere presso l’Università la Sapienza-UNIMED (Roma), solo per citarne alcuni.
Per maggiori informazioni: https://blogs.eui.eu/refugee-initiative/