Ius Soli: un’occasione persa con la passata legislatura – di Stefano Evangelista – marzo 2018

Ius Soli: un’occasione persa con la passata legislatura – di Stefano Evangelista – marzo 2018

La legge espande i criteri per ottenere la cittadinanza italiana e riguarda soprattutto i bambini nati in Italia da genitori stranieri o arrivati in Italia da piccoli.

Come funziona adesso
L’ultima legge sulla cittadinanza, introdotta nel 1992, prevede un’unica modalità di acquisizione chiamata ius sanguinis (dal latino, “diritto di sangue”): un bambino è italiano se almeno uno dei genitori è italiano. Un bambino nato da genitori stranieri, anche se partorito sul territorio italiano, può chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni e se fino a quel momento abbia risieduto in Italia “legalmente e ininterrottamente”. Questa legge è da tempo considerata carente: esclude per diversi anni dalla cittadinanza e dai suoi benefici decine di migliaia di bambini nati e cresciuti in Italia, e lega la loro condizioni a quella dei genitori (il cui permesso di soggiorno nel frattempo può scadere, e costringere tutta la famiglia a lasciare il paese).

Cosa cambierebbe
La nuova legge introduce soprattutto due nuovi criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni: si chiamano
ius soli (“diritto legato al territorio”) temperato e ius culturae (“diritto legato all’istruzione”).

Lo ius soli puro prevede che chi nasce nel territorio di un certo stato ottenga automaticamente la cittadinanza: ad oggi è valido ad esempio negli Stati Uniti, ma non è previsto in nessuno stato dell’Unione Europea. Lo ius soli “temperato” presente nella legge presentata al Senato prevede invece che un bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Se il genitore in possesso di permesso di soggiorno non proviene dall’Unione Europea, deve aderire ad altri tre parametri:

deve avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale;
– deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge;
– deve superare un test di conoscenza della lingua italiana.

L’altra strada per ottenere la cittadinanza è quella del cosiddetto ius culturae, e passa attraverso il sistema scolastico italiano. Potranno chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico (cioè le scuole elementari o medie). I ragazzi nati all’estero ma che arrivano in Italia fra i 12 e i 18 anni potranno ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e avere superato un ciclo scolastico.

Un po’ di dati
Secondo uno studio della Fondazione Leone Moressa su dati ISTAT,
citato da Repubblica, al momento in Italia ci sono circa 1 milione e 65mila minori stranieri. Moltissimi di questi ragazzi sono figli di genitori da tempo residenti in Italia, oppure hanno già frequentato almeno un ciclo scolastico (a volte le due categorie si sovrappongono). Sempre secondo i calcoli della Fondazione Leone Moressa, al momento i minori nati in Italia da madri straniere dal 1999 a oggi sono 634.592 (assumendo che nessuno di loro abbia lasciato l’Italia). Per quanto riguarda lo ius culturae, sono invece 166.008 i ragazzi stranieri che hanno completato almeno cinque anni di scuola in Italia, non tenendo conto degli iscritti all’ultimo anno di scuole superiori perché maggiorenni.

La posizione di Papa Francesco

Al momento della nascita "va riconosciuta e certificata" la nazionalità e a tutti i bambini "va assicurato l'accesso regolare all'istruzione primaria e secondaria". Papa Francesco, nel suo Messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, (tema: 'Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati') prende esplicitamente posizione sullo ius soli e manifesta appoggio anche allo ius culturae in quanto chiede sia riconosciuto il diritto a completare il percorso formativo nel paese d'accoglienza.

 

 

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