PASQUA 2021

PASQUA 2021

PASQUA  2021

 

Ci siamo detti tante volte che il cristianesimo non è una dottrina fra altre dottrine, né una forma religiosa tra le altre forme religiose, anche se è tutto questo, ma che in tutto questo il cristianesimo conosce nascita, crescita e morte. Nella sua radice il cristianesimo è l'annuncio di un fatto: potrei dire è un fatto. Se il fatto non è, tutto il resto appartiene alla interminabile serie degli avvenimenti dello spirito umano che si succedono, si assorbono e svaniscono. Se il fatto è, allora quel fatto tocca in radice la nostra condizione umana, effonde, nel profondo della nostra coscienza dove l'alternativa vita e morte è il pungolo permanente, una luce, apre una speranza che attraversa l'universo intero. Ecco perché l'annuncio pasquale è il punto dirimente per la nostra fede cristiana. Per il resto è giusto riconoscere che come fatto culturale il cristianesimo ha pervaso il mondo. Anche quelli che non credono nell'evento pasquale in qualche modo non possono non dirsi cristiani. Potenze segrete della natura umana si sono sollevate alla superficie della coscienza. Pensiamo al principio della dignità umana, pensiamo al principio dell'uguaglianza fra tutte. le creature, pensiamo al privilegio concesso ai poveri di sperare in un mondo mite e giusto. In questo annuncio però la verità si ripropone in ogni generazione con novità assoluta perché tutto dipende da come ciascuno di noi, e vorrei dire ciascuna generazione, si atteggia di fronte alla prospettiva della morte, reagisce dinanzi a questa ineluttabile prospettiva. Nulla è mutato da quel giorno in poi: i cimiteri sono sempre lì, chi muore ha un destino di dissoluzione, nessun sepolcro si è mai aperto. Questa è la verità evidente! Quindi la speranza nella resurrezione è una speranza che con ostinazione inesplicabile risorge dai sepolcri, si ripropone quasi a dar sostegno alla imperitura illusione dell'uomo. che non siamo destinati a scomparire. Per potermi rappresentare questo evento conforme all'età dell'umanità a cui appartengo, amo riferirmi a ciò che dentro di tutti noi rimane come nascosto, represso, a volte appena timidamente enunciato in un sogno, in una speranza, in una illusione, a tutte le possibilità che, come germi dentro una zolla, in noi fervono ma che non avranno mai primavera: moriremo e la parte migliore di noi stessi non si sarà realizzata. C'è un versante di attese che custodiamo dentro noi stessi con la sicurezza che non troveranno mai dove mettere i piedi in terra. È l'umanità nascosta che è in noi, è l'uomo nascosto. Ciascuno di noi è un mistero a se stesso perché possiamo presentarci, perfino a noi stessi, se siamo banali o superficiali, secondo l'immagine pubblica che abbiamo, possiamo davvero identificarci totalmente con ciò che facciamo e siamo nell'insieme delle relazioni che abbiamo stabilito, tutte sottoposte alla corruzione. Ma se scendiamo in noi stessi, sappiamo che ci sono in noi possibilità che vanno oltre ciò che siamo. Mi domando: questo tesoro che è in ogni uomo, anche nel più abietto, questi germi che sono nella natura umana, anche quando essa è deturpata nel comportamento immorale, sono destinati a scomparire? Questa energia nascosta nell'uomo sarà senza sbocchi? E una domanda di fronte alla quale io fisso i miei occhi nell' evento della resurrezione di Gesù, di un uomo come gli altri uomini – così apparve – che però a differenza di tutti gli uomini ha osato enunciare speranze indicibili, ha osato capovolgere la scena di questo mondo mettendo i potenti all'ultimo posto ed i poveri al primo posto, ha osato guardare con pietà e compassione, senza nessun timore, in faccia al Sinedrio ed all'Impero, perché  secondo la sua parola il dominio del mondo è riservato ai miti ed ai pacifici. Ha quindi capovolto la cultura degli uomini negando il valore della cultura dominante e benedicendo ciò che nell'uomo è nascosto e segreto. Tutti noi saremmo felici che il mondo fosse in mano ai poveri, ai miti, ai pacifici ma non abbiamo il coraggio di dirlo fino in fondo, frustrati come siamo da una esperienza storica che ci dice che in realtà il mondo è sempre in mano agli stessi. Cambiano i nomi e le forme ma chi è ricco e potente ci governa, ci domina, condiziona la nostra vita. Gesù osò dire queste parole e perciò fu condannato. La resurrezione è la risposta di Dio, è la sfida di Dio a questa ostinazione dell'uomo. Dove il mondo domina, perché infligge la morte a chi osa condannarlo, Dio risponde sollevando quest'uomo, Gesù, ad essere il Signore di tutte le cose. È il capovolgimento della creazione.

 

                                                                       Ernesto Balducci – da: “Gli ultimi tempi” – vol. 3

/ la_parola