15 Maggio 2016 – DOMENICA DI PENTECOSTE – Anno C
15 Maggio 2016 – DOMENICA DI PENTECOSTE – Anno C
In certe forme di ateismo forse si nasconde (dico forse) soltanto la ribellione contro un tentativo di bloccare la società e il tempo sotto segni sacri, per sacralizzare e legittimare subordinazioni e domini che offendono la libertà umana.
PRIMA LETTURA: At 2, 1-11- SALMO: 103- SECONDA LETTURA: Rm 8, 8-17- VANGELO: Gv 14, 15-16. 23-26
…Il bisogno religioso – la storia lo dimostra – tende a dare agli uomini che rappresentano i valori religiosi, una egemonia sulla società. La fede religiosa dà vita a regimi teocratici e sacrali. Questa è la storia. Solo nel cristianesimo – sia pure attraverso peripezie e cadute paurose – il principio della laicità del mondo è salvo. La signoria di Gesù infatti è oltre la nube, oltre il velo, non è terrena, non è nel tempo. Principio importante che oggi noi riscopriamo con maggiore radicalità appunto perché viviamo in una condizione storica particolare. Io tendo a sottolineare il carattere forse relativo di questa nostra condizione, perché tutto fa pensare che ritornino profondi bisogni religiosi, che la laicità di tipo razionale introdotta dalla cultura scientifica sia episodica nella storia. ma siccome esiste una autenticità relativa dell’uomo, una fedeltà dall’uomo a proprie modalità epocali molteplici, nulla osta, per noi credenti, che accettiamo questa immagine di un mondo totalmente consegnato alla razionalità umana. Anche in questo caso la nostra fede ci fa penetrare oltre la nube, dove risiede Colui che è il Signore di tutte le cose. L’altro senso importante del mistero dell’Ascensione è che essa concede ai credenti lo spazio e il tempo nella loro totalità, fino ai confini della terra e fino ai confini della storia. Non ci sono, nel tempo, momenti sacri, momenti di Dio perché tutto il tempo è dell’uomo. Come dirà Paolo, tutto è dell’uomo, l’uomo è di Cristo e Cristo è di Dio. Questa liberazione dello spazio e del tempo dalle discriminazioni fra il sacro e il profano è importante proprio per legittimare, nella nostra coscienza di credenti, una modalità della coscienza umana del nostro tempo. Certe evenienze della storia, che ci hanno molto turbato – non solo la secolarizzazione ma perfino l’esperienza sociale dell’ateismo – dobbiamo ripensarle dentro questa prospettiva. In certe forme di ateismo forse si nasconde (dico forse) soltanto la ribellione contro un tentativo di bloccare la società e il tempo sotto segni sacri, per sacralizzare e legittimare subordinazioni e domini che offendono la libertà umana. Non era questa l’intenzione di Gesù. La eliminazione del Tempio, che sembrò un disastro per gli ebrei – e, forse, per molti cristiani che continuavano ad andare nel Tempio – era già implicita nell’Ascensione. La conoscenza del mistero di Gesù è una conoscenza progredente; non è già data, ma è destinata ad approfondirsi fino alla fine dei tempi. E man mano che le situazioni storiche rompono in noi limiti e calcificazioni mentali, dandoci spesso il senso della vertigine, possiamo penetrare più a fondo nel mistero di Gesù liberato dalla morte e costituito Signore di tutte le cose. Dobbiamo aprirci al futuro con questa libertà, che ci assicura che non ci sono nel tempo momenti in cui avremo dato realtà al Regno di Dio. Ogni pretesa di creare sulla terra la società cristiana, vuole trasferire al di qua della nube ciò che è al di là della nube. Noi siamo totalmente consegnati al mondo e il mondo è totalmente consegnato a noi…
Ernesto Balducci – da “Il mandorlo e il fuoco” – vol 3 – anno C