14 Febbraio 2016- 1^ DOMENICA DI QUARESIMA – Anno C

14 Febbraio 2016- 1^ DOMENICA DI QUARESIMA – Anno C

14 Febbraio 2016- 1^ DOMENICA DI QUARESIMA – Anno C

 

Se io, con i segni della potenza e con le garanzie della potenza attorno a me, vado a trovare popoli poveri, io tesso un filo in più alla tela di Satana. Solo se le parole di liberazione vengono dette in una situazione liberata, con un modo di esistere liberato, esse hanno senso, altrimenti esse servono alla dilatazione dell’impero di Satana.

 

PRIMA LETTURA: Dt 26,4-10- SALMO: 90- SECONDA LETTURA: Rm 10,8-13- VANGELO: Lc 4,1-13

 

…Quando Gesù dice: «Non di solo pane vive l’uomo» dice che nell’uomo c’è una tensione, che non può essere esaudita dal benessere materiale. Che la nostra identità umana sia basata sull’avere è tanto vero che ormai siamo arrivati ad un punto che ogni identità che non si traduca in quantità di possesso è inesistente e anche psicologicamente si dissolve. Questa alienazione di fondo ha modellato la nostra stessa convivenza umana determinandovi gerarchie ed emarginazioni. La scelta evangelico non è la scelta della rinuncia al pane, è la scelta di una priorità. Il significato dell’esistenza si pone oltre l’orizzonte dell’avere, anche se fra l’essere e l’avere dell’uomo c’è una connessione dialettica che ci impedisce di separarli in due versanti, come se fossero indipendenti. Però il primato dell’essere sull’avere è fondamentale. Con una constatazione che è motivo anche di previsioni catastrofiche dal punto di vista sociale, noi notiamo che nel mondo del benessere si è realizzata una eclissi di significati della vita: c’è più significato del vivere in una tribù ai livelli della sopravvivenza fisica che in una metropoli tecnica. La seconda alienazione è quella più suggestiva. In questo linguaggio simbolico c’è una specie di squarcio aperto sul costume di tutti i tempi, e soprattutto del nostro tempo: «Tutta questa potenza è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio». Il linguaggio del potere voi lo potete rifrangere in mille variazioni, è sempre questo. La tentazione originaria: «Sarete come Dio» si è diffusa nel mondo. Ognuno vuole essere Dio all’altro. «Mi è stato dato un potere ed io lo do a chi voglio» è il linguaggio dei gruppi di potere anche ai livelli bassi. Sentire nelle proprie mani il destino di un altro uomo: ecco quale è la vera libidine umana da cui tutte le altre dipendono. Anche le perversioni sessuali sono sempre legate a questa riduzione dell’altro ad una cosa di cui si può fare quel che si vuole. Ecco il nostro male dal fondo, la marea oscura che sale dentro di noi, diventa fatto collettivo, politica, volontà di potenza, armamento. Satana è entrato nel santuario, non ha rispettato confini, ha trovato consensi da ogni parte. La caduta del popolo di Dio, della Chiesa nella tentazione – Gesù ha vinto ma la Chiesa non ha vinto – è avvenuta quando qual-cuno ha detto: «Io ti do ogni potere purché tu mi adori». Noi siamo ancora dentro questa fenomeno-logia del peccato, di cui siamo anche contribuenti abbastanza efficaci, per la verità. Questo uso del potere che ci viene concesso in nome dei cosiddetti valori dello spirito è diventato generale. O ci si libera da questo peccato, oppure non significa nulla tutto ciò che diciamo, anzi contribuisce al male. Se io, con i segni della potenza e con le garanzie della potenza attorno a me, vado a trovare popoli poveri, io tesso un filo in più alla tela di Satana. Solo se le parole di liberazione vengono dette in una situazione liberata, con un modo di esistere liberato, esse hanno senso, altrimenti esse servono alla dilatazione dell’impero di Satana. È proprio qui la radice dell’alienazione umana. Quanto è straordinaria la parola di Gesù! Dicendola Egli si è crocifisso, ha scelto già la croce. Proiettate le sue parole nella storia evangelica e le vedrete rimbalzare: Pietro, Caifa… ovunque Gesù urta contro Satana nelle sue espressioni anche le più semplici. L’altra alienazione che tocca direttamente l’asse religioso dell’esistere, la conosciamo bene. La volontà dell’onnipotente è la tentazione radicale dell’uomo, il quale si camuffa, nasconde a se stesso la propria fragilità, cancella i confini creaturali che sono i suoi confini, elimina da sé l’immagine della morte obiettivandola fuori di sé come se egli fosse la vita stessa. Questa tentazione dell’onnipotenza trova la sua consacrazione diretta nella sicurezza che dà Dio, nel «Dio con noi», che è la più grande bestemmia della storia. Ogni crociata è stata un cedimento a questa tentazione. Tutto ciò che è stato detto dall’intelligenza antica e moderna contro la religione è scritto qui. Potrei rievocare in questo momento – se avessi tempo – tutte le grandi obiezioni contro il cristianesimo e le trovo già contenute qui. Se sono obiezioni serie esse colpiscono non tanto il modo di essere di Gesù, il suo progetto, ma le nostre falsificazioni storiche. Devo chiudere con almeno un accenno all’alternativa che qui si dischiude e che costituisce l’altro termine della nostra conversione. Dobbiamo liberarci dalla schiavitù che ho descritto per approdare ad una forma di esistenza il cui senso totale è l’amore, è il rigetto della violenza, è la fraternità tra gli uomini, è la mitezza…

 

Ernesto Balducci – da: “Il Vangelo della pace” vol. 3 (1982/83)

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