8 Marzo 2015 – 3^ DOMENICA DI QUARESIMA – Anno B
8 Marzo 2015 – 3^ DOMENICA DI QUARESIMA – Anno B
Quando la legge viene elevata ad assoluto noi distinguiamo, in nome della legge, i peccatori e gli onesti, distinguiamo quelli che sono nell’ordine e quelli che lo minacciano. La legge diventa uno strumento terribile di oppressione.
PRIMA LETTURA: Es 20,1-17- SALMO: 18 – SECONDA LETTURA: 1Cor 1,22-25- VANGELO: Gv 2,13-25
…La sapienza dell’uomo, quando essa serve soltanto per giustificare un ordine esistente, ha sempre ispirato la legittimazione delle disuguaglianze. Perfino il maestro della sapienza antica – per il quale dobbiamo avere ammirazione – , Aristotele, dopo aver costruito un ordine stupendo dell’universo stabiliva che lo schiavo deve restare schiavo per legge di natura, la donna inferiore all’uomo per legge di natura. Insomma la sua filosofia fu la legittimazione del disordine esistente. Se c’è una parola che ci sta a cuore in questo tempo, perché indica la costruzione di un ordine umano universale, è la parola “diritto”. Però nell’ordine concreto il riferimento al diritto è sempre fatto per giustificare il disordine esistente, la distribuzione delle ricchezze fatta ad arbitrio, secondo le convenienze e non secondo i diritti umani. Questo disordine è prodotto dalla sapienza di coloro che cono collocati nell’ordine del privilegio. Così è. Questo male è costitutivo anche dentro la Chiesa, dove si leggono queste parole. Che forse i bambini, che forse i poveri possono parlare di Dio? I preti parlano di Dio e gli altri devono ascoltare. La sapienza è divenuta uno strumento di dominio che soffoca la voce dello Spirito che passa scegliendo i deboli, gli stolti per confondere i potenti. Abbiamo creato Santi Uffizi perché chi deve stare zitto stia zitto. E siamo nella rovina spirituale, perché le parole di sapienza potrebbero venirci, se io il nostro orecchio non fosse diventato del tutto sordo, da dove meno ce lo aspetteremmo. Questa è un’altra indicazione forte oggi. Non dimentichiamoci – domenica scorsa meditammo sulla necessità di uccidere il nostro Isacco, il nostro Occidente – che se non uccidiamo l’Occidente non saremo liberi, aperti all’universalità. L’Occidente è la sapienza, è la cultura che non è mai riuscita, in tutta la sua lunga storia, in modo serio e pratico a scoprire la semplice verità che coloro che sono altri da noi sono uomini come noi, che coloro che vengono da culture lontane dove non si conosce né il diritto romano, né la filosofia greca, sono uomini come noi, hanno una ricchezza da darci. Questo ci è stato negato. La nostra sapienza ci ha reso ciechi e noi siamo qui a ricominciare. Dio ci liberi da questa sapienza che considera stoltezza la croce, che considera stoltezza la legge suprema che ha nella croce la sua epifania potentissima, che è l’amore per l’altro, cioè il rifiuto dell’ordine esistente del tempio e della legge per scoprire l’altro, per scoprire l’universalità dell’amore di Dio, cioè per entrare nel grande tempio della creazione. Allora ascolteremo con attenzione e stupore quasi da bambini i racconti dei lontani, le meraviglie che si nascondono nelle mitologie arcaiche, sapremo la sapienza degli analfabeti. […] È che noi siamo malati, esaltiamo la forza, i nostri mass-media, con voce vibrante, parlano delle operazioni, delle missioni infallibili. La stupidità ufficiale è scesa fin nel midollo. Come potremo liberarci da questa sapienza?L’altro ostacolo è quello della legge. Dio ha basato la sua alleanza sull’osservanza della legge ma l’osservanza della legge era soltanto interna ad un dialogo con Dio. La legge non era l’assoluto in quanto l’assoluto rimane solo Dio e il prossimo. Ma quando la legge viene elevata ad assoluto noi distinguiamo, in nome della legge, i peccatori e gli onesti, distinguiamo quelli che sono nell’ordine e quelli che lo minacciano. La legge diventa uno strumento terribile di oppressione. La prima vittima è Gesù che fu condannato “secondo la legge”. Dobbiamo liberarci dalla legge. Cosa vuol dire liberarci dalla legge? Alimentare il sovversivismo? No! Vuol dire non dimenticarsi mai che ogni legge diventa iniqua quando il suo approdo operativo è l’uccisione. Sicuramente essa è atea. Questo è un principio importante. La dimostrazione in concreto della iniquità della legge è l’esito che essa ha. Mi veniva fatto di pensare in questi giorni che proprio nel palazzo delle Nazioni Unite c’è scritto a grandi caratteri: ‘Trasformerò le loro lance in falci’. Sono le parole di Isaia, il primo pacifista della storia. Da quel tempio che è venuto fuori? Le falci si sono trasformate il lance! È venuta la forza che ha imposto il diritto con lo sterminio. Questo è un segno del peccato perché le istituzioni diventano infedeli ai propri principi costitutivi. È la confusione in cui Dio getta le istituzioni le quali per essere efficienti devono essere in contrasto con se stesse. Sono messe alla gogna. Ma non dobbiamo rallegrarci di questo: è una tribolazione per tutti noi. Dobbiamo riprendere in mano la legge perché essa assolva alla sua funzione, che è di stabilire alleanza fra l’uomo e l’uomo e, in ultimo, fra l’uomo e Dio. Ecco il messaggio che ci viene oggi dalla Scrittura. Riprendiamo con forza, anche con le implicazioni che ho cercato rapidamente di spiegare, la grande e messianica affermazione di Gesù: “Il tempio di Dio è l’uomo”.
Ernesto Balducci – dalle omelie inedite – Quaresima 1991