8 Dicembre 2013 – IMMACOLATA CONCEZIONE – Anno A
8 Dicembre 2013 – IMMACOLATA CONCEZIONE – Anno A
Noi vorremmo essere fratelli, ma vedete quante macchine ci sono tra di noi per impedirlo: l’economia, la politica, l’ideologia e perfino la religione.
PRIMA LETTURA: Gn 3,9-15.20- SALMO: 97- SECONDA LETTURA: Ef 1,3-6.11-12- VANGELO: Lc 1,26-38
…Maria rappresenta la creatura che dinanzi a Dio si ricorda che niente è impossibile e dice: «Eccomi!». Adamo si nasconde e dice: «Non ci sono». Ecco l’alternativa. Noi siamo nel peccato quando ci nascondiamo. È la nostra grande astuzia. Chi ha una qualche conoscenza della storia della fede è in grado di documentare questa deviazione. Perfino nella Chiesa, i simboli, le gerarchie, tutto serve a nascondersi a Dio. Se uno, con occhio semplice, vedesse Dio rimarrebbe esterrefatto per tutte queste macchine simboliche che abbiamo costruito per attrarre la gente a Dio mentre Dio o è una parola semplice semplice, che sta prima dell’alfabeto, o non è più niente. Ci nascondiamo a Dio proprio quando portiamo le bandiere di Dio. Dire questo non vuol dire cadere in un pessimismo lugubre, vuol dire rendere onore a una verità che prepara quest’altra verità: noi vogliamo un altro rapporto con Dio, noi vogliamo un altro mondo. Noi vorremmo essere fratelli, ma vedete quante macchine ci sono tra di noi per impedirlo: l’economia, la politica, l’ideologia e perfino la religione. Tutto fa in modo che noi troviamo la nostra verità nel rapporto antagonistico con l’altro. Questo è quello che ci hanno insegnato. Vorremmo un mondo diverso ma la nostra speranza ha quasi paura ad esprimersi e perciò, come dice Giobbe, ritorna in noi stessi e si riposa nel nostro seno, non ha ali per volare. Essere puri come Maria questo vuol dire: «sia fatto di me secondo la tua parola». Abbandonarsi a questo rapporto con Dio vuol dire ritrovare il senso di tutte le cose, entrare veramente nel cuore del mondo. Insomma, tutto quello che la fede devota ha detto di Maria dovremmo ricodificarlo in questo linguaggio nuovo liberandoci da una cultura vecchia (anche quella cristiana è diventata una cultura codificata) per ritrovare la fluidità vitale degli antichi messaggi. Comprenderemmo meglio, allora, perché il mondo è pieno di peccato: non perché ci sono il film sporchi, le riviste pornografiche… ma perché tutta la geometria dell’insieme è deviata. La Parola che ci svela il peccato è la stessa Parola che benedice la nostra speranza di un mondo diverso, che non è impossibile, è possibile, perché niente è impossibile presso il Dio nascosto e presso l’uomo nascosto. Quando la fede sveglia in noi il sentimento che l’impossibile si capovolge nel possibile, diventa una forza che cambia il mondo.
Ernesto Balducci – da: “Gli ultimi tempi” vol. 1 – anno A