8 MAGGIO 2016 – ASCENSIONE DEL SIGNORE – Anno C
8 MAGGIO 2016 – ASCENSIONE DEL SIGNORE – Anno C
La speranza e la fede sono cose così congenite che a volte a chi dice «ma io non ho fede» mi viene fatto di dire «abbia almeno la speranza», è la sorella umile della fede. Chi ha speranza ha anche un po’ di fede.
PRIMA LETTURA: At 1,1-11 – SALMO: 46 – SECONDA LETTURA Eb 9,24-28; 10,19-23 -VANGELO Lc 24,46-53
…Parlare di un tempo dello spirito vuol dire parlare di un tempo in cui è chiamata in causa, in prima istanza, la coscienza del credente. Il futuro incognito verso cui siamo incamminati è un futuro rimesso a noi e allo Spirito di Dio: se togliete uno dei due termini, avrete il buio. Questa certezza ci permette di comprendere il senso recondito dell’Ascensione. Il movimento ascensionale di Gesù aveva senso in una rappresentazione del mondo in cui l’epicentro vero era nei cieli invisibili. La verità è che Gesù non è più con noi, si è occultato, è nel mistero della Gloria del Padre. Questo vuol dire che l’uomo è nel cuore di Dio che l’uomo non abita soltanto il tempio materiale, abita il mistero di Dio.Questa punta avanzata dell’umanità che è Gesù è inserita nella gloria di Dio per cui non possiamo più separare l’umanità e Dio, perché in Dio l’uomo è già: Gesù nostro fratello è come la primizia di questa immanenza dell’umanità in Dio. In quello che sto dicendo trova senso quanto prima accennavo: L’uomo Gesù è la via che ci è aperta per entrare nel mistero di Dio. Secondo un’altra simbologia – questa tipicamente ebraica – Dio abitava dentro il Santo dei Santi al quale aveva accesso , una volta all’anno, il sacerdote che andava al di là del velo. Come dice la Lettera agli Ebrei Gesù è il sacerdote dei nuovi tempi. Egli è oltre il velo. Il velo, lo conoscete tutti. Quando fate l’anticipazione terrificante dell’ultima ora della vita sapete che c’è il velo, e al di là c’è il nulla. Quando pensate ai vostri cari defunti e parlate dei vostri cari defunti al più potete dire che sono al di là del velo dove nessuno è mai entrato. Tutti i nostri tentativi di descrivere, sul velo, gli affreschi variopinti dell’al di là sono espedienti da fanciulli su cui si stende la bontà di Dio, ma come esprimere il mistero che nessuno ha mai sondato? Solo Gesù è presente in quel mistero ed in lui anche noi ma attraverso l’accesso della fede, perché solo nella fede si entra, in punta di piedi, al di là del velo. Noi non possiamo che restar fedeli alla nostra misura umana. accettare le misure temporali e terrene del nostro vivere: è il passo della speranza che va oltre. Questa speranza non è un puro sentimento, una vaga aspirazione. La sua àncora è già gettata oltre il velo. Oltre il limite che ci terrorizza abbiamo già scagliato l’àncora che ci tiene saldi: l’àncora è Gesù che è nella gloria di Dio perché Dio lo ha liberato dalla morte. La barriera Egli l’ha superata. Questa nostra partenza di fede mentre, liberandolo dalle bizantine immobilità delle rappresentazioni antiche, riaccosta a noi il fratello nostro Gesù Cristo, lo restituisce alla circolazione drammatica della nostra esistenza, fa nascere in noi la speranza. La speranza e la fede sono cose così congenite che a volte a chi dice «ma io non ho fede» mi viene fatto di dire «abbia almeno la speranza», è la sorella umile della fede. Chi ha speranza ha anche un po’ di fede. L’Ascensione di Gesù è il mistero in cui l’uomo penetra in Dio e si stabilisce permanentemente in Lui, nella sua gloria, è il mistero che ci proietta dentro un tempo laico, dove i cieli non hanno più molta importanza, dove le modalità religiose non sono affatto decisive per la nostra fede, possono anche scomparire. Gesù non lo conosciamo. Se vi dicono, è qui, è là: non ci andate. Non vi muovete, perché solo alla fine lo conoscerete. Questo è un modo di stare nel mondo senza doppiezza, con perfetta aderenza alla logica del tempo ma senza però bruciare incensi a nessuna autorità di nessun tipo perché il nostro Signore è il crocifisso, colui che sta all’opposto di tutti i codici di legge perché Egli è sempre «crocifisso, secondo la legge». La presenza di Dio è sempre ai margini, dove l’uomo viene ucciso secondo la Legge. Noi siamo collocati in questa incertezza. Lo so che è molto pesante accettare questo stile di fede dato che abbiamo bisogno di assumere la fede secondo i modi della sicurezza. Solo accettando la misura umana, entrando nella misura umana come nella cruna di un ago, noi respiriamo il respiro di Dio che, per opera di Gesù non è lontano da noi, è in ciascuno di noi.
Ernesto Balducci – da: “Il Vangelo della pace” – vol 3.