2 Febbraio 2020 – PRESENTAZIONE DI GESU AL TEMPIO – Anno A
2 Febbraio 2020 – PRESENTAZIONE DI GESU AL TEMPIO – Anno A
Nel discorso di fede, i tempi in cui si distribuisce la nostra rappresentazione del mondo – il passato, il presente, il futuro – si concentrano nel presente. Quello che diciamo descrittivamente va tradotto in imperativo, altrimenti diventa un discorso fiabesco
PRIMA LETTURA: Ml 3,1-4- SALMO 23- SECONDA LETTURA: Eb 2,14-18- VANGELO: Lc 2,22-40
…Nell’uomo ci sono due vie: la via che va in alto e la via che scende in basso. La religione è la via che sale in alto, ma così in alto che all’uomo non resta più nulla; al più resta la rassegnazione del vivere in questa valle di lacrime in attesa che il mondo dell’alto sostituisca quello presente. E così tutti gli impulsi alla libertà, alla giustizia, alla pace vengono squalificati e assorbiti in questa attesa. Era la «via in su» anche dei tempi di Gesù perché l’ordine esistente era sigillato dalla volontà di Dio e affidato ad apposite caste che dovevan tutelarlo contro ogni eversione. Gesù entra come un eversore in questo apparato.I Vangeli dell’infanzia, se li liberiamo dal linguaggio simbolico di cui sono gravidi, vogliono dire che Gesù non trovò luogo dove nascere in quanto non c’è nessun luogo in cu il Dio del Vangelo possa nascere, se non quello che sta fuori dei confini dell’ordine esistente. La grotta di Betlemme non è una «pastorelleria», è una indicazione potente che se un Dio deve nascere, nasce fuori strada, fuori le mura, in un luogo in cui l’attenzione pubblica non si posa mai.Questo nascere furtivo di Dio è il segreto del Natale e non è un segreto destinato alla commemorazione perché è permanente: quello che avvenne avviene.Nel discorso di fede, i tempi in cui si distribuisce la nostra rappresentazione del mondo – il passato, il presente, il futuro – si concentrano nel presente. Quello che diciamo descrittivamente va tradotto in imperativo, altrimenti diventa un discorso fiabesco.Ciò che raccontiamo è l’imperativo su ciò che deve accadere. Questo è il senso di fondo del discorso di fede.
Ernesto Balducci – da “Gli ultimi tempi” vol. 3°