17 Agosto 2014 – XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

17 Agosto 2014 – XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

17 Agosto 2014 – XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno A

 

Noi dobbiamo riscoprire l’uomo non più nei libri, ma nell’incontro reale con la diversità che ci assedia ed è provvidenza di Dio che ci assedi.

 

LETTURE: Is 56, 1.6-7; Sal 66; Rm 11, 13-15.29-32; Mt 15, 21-28

 

…La vera realizzazione della fraternità universale si ha se c’è in noi la disposizione a non pensare secondo gli uomini, a non andare verso l’altro con la nostra verità, con la nostra idea di dignità umana – che è poi coperta di fetide cose – ma con la oblazione, con la disposizione ad accogliere l’altro nella sua alterità. Questo è possibile solo attraverso la ripetizione in noi del mistero della croce e, parlando laicamente – perché il discorso vale per tutti – con la disposizione a riconoscere che la verità umana è disseminata in ogni uomo che è in questo mondo. Non c’è uno che ne ha di più, anzi, colui che non sa nemmeno parlare, a volte, ha più verità implicita di chi ha tutti i titoli universitari perché il mistero dell’uomo non si impara nei libri. Anzi, i libri che abbiamo ereditato sono tutti discutibili, perfino i grandi filosofi – da Aristotele a Kant – hanno sancito che ci sono uomini veramente uomini e uomini che non sono tali per natura. Noi dobbiamo riscoprire l’uomo non più nei libri, ma nell’incontro reale con la diversità che ci assedia ed è provvidenza di Dio che ci assedi. Dovremo imparare un nuovo alfabeto umano sillabando insieme agli altri lo stesso mistero che ci accomuna, la stessa passione per una unità del mondo che è in ogni uomo di questo mondo, se liberiamo la cultura da quel sedimento di violenza che tutto contamina. Questo iter è una specie di croce, è un’abdicazione a sé. Chi non immerge se stesso non capisce l’uomo. Non solo non è suo discepolo – ricordiamo che Gesù si presenta come Figlio dell’uomo – ma non capisce l’uomo. Questo è l’iter duro a cui siamo crocifissi in questo momento storico. In questa improvvisa eruzione delle diversità, in un mondo che appena qualche tempo fa era così ordinato perché sapevamo dove era il bene e dove era il male, c’è come un segno messianico: la riscoperta dell’uguaglianza umana nella diversità e della diversità umana nell’uguaglianza. Questa è la sigla messianica con cui, credenti o no, siamo tutti confrontati con forza. Queste riflessioni, in cui ho mescolato il riferimento alla situazione storica e il riferimento alla sorgente inquietante, rigorosa e illuminante della parola di Dio, non sono che un tentativo di portar luce ad una sofferenza morale che credo ci accomuni tutti in questi giorni.

 

Ernesto Balducci – da “Gli ultimi tempi ” vol. 2

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