1 Novembre 2023 Festa di tutti i Santi

1 Novembre 2023 Festa di tutti i Santi

1 Novembre 2023 Festa di tutti i Santi

Prima Lettura Ap 7, 2-4, 9-14

Salmo Responsoriale (Sal. 23)
Seconda Lettura 1 Gv 1, 1-3

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5, 1-12

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Ogni anno, in un giorno come questo, dedicato a tutti i Santi, ma, nel sentimento
prevalente del popolo, dedicato soprattutto alla commemorazione dei defunti, mi
avviene di dover sottolineare la suggestiva sapienza, probabilmente non
intenzionale, che si nasconde in questo accostamento. O, almeno, che io sento in
questo accostamento e che voglio cercare di testimoniare. La vicinanza con il
giorno dei morti ci persuade a non alienarci in contemplazioni di paradisi perduti,
troppo lontani dalla nostra esperienza, dalla ragione e dal realismo della parola di
Dio, frutto più di fantasie compensative che di questa coerenza di fede. Dall’altra
parte, dominati dalla pietà per i defunti, posseduti dal brivido del presentimento che
quello è il mondo che ci appartiene, la vicinanza con la gloria dei Santi getta luce su
questo nostro futuro, ci invita a pensarlo senza disperazione.
Questo è il connubio tra due giorni che nel loro insieme creano una liturgia
singolarissima, che nella mia personale valutazione è un momento alto nel giro
dell’anno. Separare questi due momenti significa cadere in diversi paganesimi: il
paganesimo della alienazione religiosa e il paganesimo della disperazione.
Oggi, poi, ci troviamo a dover meditare su questo contesto liturgico in una giornata
in cui le pagine dei giornali sono insanguinate. In quel grande continente spirituale
che ha — anche di recente — testimoniato una verità antica quanto le montagne, la
verità della nonviolenza, si piange oggi un crimine che riproduce quello così
terribile del ’48, quando fu ucciso il Mahatma Gandhi. Nelle zone dell’Est europeo
dove una ideologia nata dalla speranza degli oppressi prometteva una definitiva
chiusura della storia delle violenze e del potere violento, si vive in questo giorno
una pagina drammatica seguita all’uccisione di un sacerdote. E in un paese che fu
già colonia dell’Occidente — il Cile la dittatura ha seminato nuove vittime. Dalle
sponde dell’America Latina alle antiche Indie una medesima cronaca di sangue: ed
è proprio «il sangue» la parola tematica della pagina prima che abbiamo ascoltato.
Per non parlare poi del sangue anonimo! Anzi è di questo che vorrò parlare. C’è un
sangue che non ha mai l’onore della cronaca ma che corre come un fiume, tutti i
giorni. Solo certi eventi politici di carattere emblematico ci scuotono. Quelli odierni
ci costringono a constatare che le ideologie e le religioni, basate sulla non violenza,
in realtà spargono sangue. Segno questo che tutte le religioni e tutte le ideologie son
fallite, dove la soglia atomica o ci introduce nel mondo della non violenza o ci
introduce nel mondo della violenza suicida. Tertium non datur. Una violenza dentro
i confini della ragione non ci sarà più, se mai c’è stata. Si pensava ci fosse: la civiltà
che abbiamo alle spalle lo ha pensato. Lo Stato, questa organizzazione razionale
che ci contiene, non è che una violenza razionalizzata. E possibile oggi,
razionalizzarla? No. Lo Stato è finito. E la guerra, poi, doveva essere una forma di
violenza però dentro i confini della ragione. E possibile? Non è più possibile. Ecco
perché siamo in un’epoca buia, da apocalissi, da settimo sigillo.

Da “Il Vangelo della pace” vol.1 anno A

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